PROTECTOR
Scambio di buone prassi sulla giustizia riparativa e per la diffusione del rispetto dei diritti delle vittime

VITERBO 27 – 30 SETTEMBRE 2022
Università della Tuscia

Inizia a Viterbo il secondo evento del progetto Erasmus Protect “Scambio di buone prassi sulla giustizia riparativa e per la diffusione del rispetto dei diritti delle vittime” che si svilupperà dal 27 al 30 settembre.
L’Associazione Spondé ha l’onere e l’onore di organizzare e gestire l’evento formativo che si terrà presso l’Università della Tuscia, a Santa Maria in Gradi, per gentile concessione di detta Università.
Il progetto vedrà la presenza di oltre 50 operatori di diversi paesi quali Germania, Belgio, Spagna, Portogallo e Italia, impegnati in uno stage formativo di quattro giorni con diversi obiettivi, quali: lo sviluppo di partenariati strategici per lo scambio di buone pratiche; inclusione sociale; estendere ed affinare le competenze degli educatori.

Partners operativi del progetto: “Arnera” Società Cooperativa Onlus (IT); “WELCOME” Association for Social Promotion (IT); European Forum for Restorative Justice (BE); “Mediante” Agency for criminal mediation (BE); Association “APAV – Apoio A Vitima”; Barcelona University – Department of Social Anthropology; VICTIM SUPPORT EUROPE (BE); WAAGE Association (DE).
Partners Associati: Provincia di Viterbo e Comune di Viterbo

Il progetto risponde alle finalità della Direttiva 2012/29/UE che afferma il principio: “un reato non è solo un torto alla società, ma anche una violazione ai diritti individuali delle vittime”.

Il reato diventa un illecito che non riguarda solo chi lo ha commesso e chi lo sancisce con la condanna, ma chi ha subito il torto e la lacerazione, ovvero la vittima e la società. Secondo il recente studio della Commissione Europea sullo stadio di attuazione della Direttiva UE, la giustizia riparativa non rappresenta ancora un concetto fondante del sistema giustizia poiché i diversi Stati Membri non hanno un approccio omogeneo nella sua introduzione all’interno propri ordinamenti giuridici. Lo Studio auspica, quindi, una maggiore cooperazione tra gli addetti al mestiere (approccio bottom-up), che porti non solo alla condivisione di strumenti, metodologie, buone pratiche, ecc. ma anche alla ricerca congiunta di soluzioni efficaci a problemi comuni (es. vittimizzazione secondaria della vittima).

Manifesto generale
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